GRANDUCATO DI TOSCANA ASBURGO LORENA(1737-1801/1814-1860)

LAVORI PUBBLICI ALL’ELBA . STRADA LONGONESE

 (sotto il GUARDIABOSCHI CHE ANTICIPA IL MODERNO CORPO FORESTALE)

 

Fuggito Napoleone dall’Elba il restaurato governo granducale Asburgo Lorena trovò le vie di comunicazione dell’Elba in cattivo stato. In modo particolare lo era la strada più importante quella che faceva comunicare le due piazza forti di difesa dell’Elba,Portoferraio e Longone, detta Longonese.

E’ quanto risulta da una comunicazione (maggio 1816) del capitano della piazzaforte di Longone al Governatore militare e civile dell’Elba ,conte Strasoldo .Nella comunicazione si chiarisce che il cattivo stato della strada è legato al fatto che le acque piovane non sono ben incanalate e che persistendo tale stato di cose sarà impraticabile il restauro.

“Rapporto della Strada Maestra che da Portoferraio conduce a Longone

Portoferraio lì’ 25 maggio 1816

La Strada di Comunicazione fra Porto-Ferrajo e Longone carrozzabile in tutte le sue parti deperisce in ogni istante per gli Scoli delle Acque piovane non bene incanalati e che trascurando più lungamente il restauro si renderebbe impraticabile.

Quella porzione soggetta alla Comune di Portoferraio è costantemente mantenuta manca soltanto quella che appartiene a Longone che con poca spesa si potrebbe ridurre rialzandola in qualche punto con della ghiaia (che quà siamo abbondantissimi) e facendo un ponte di legno o di materia a due miglia di distanza dal paese.

Il Capitano C. di SE

A.Bechi”

(Affari Generali del Governo dell’Elba anno 1816,Filza n.3.Carta 143.ASCP).

Dopo due anni ,evidentemente perché non fu eseguito alcun lavoro,quanto paventato dal Capitano Bechi si realizza :il restauro della strada Longonese si è reso impossibile.

Infatti,nell’agosto del 1818, arriva al Cancelliere dell’Elba dall’Uffizio dei Fossi di Pisa una copia di lettera scritta dalla Segreteria di Finanze di Firenze,firmata da Leonardo Frullani e Giovan Battista Nomi:due figure che si trovano ai vertici nell’amministrazione granducale essendo nel 1814 il primo alla direzione della Segreteria di Finanze e il secondo segretario del Consiglio del Dipartimento di Stato .

Frullani e Nomi parlano di strada Longonese la cui costruzione deve essere ultimata e anche di “annuo mantenimento “ della medesima:

“S.A.I. e R. si è degnata approvare con le debite formalità e cautele sia data in Accollo dalle Comunità di Longone e dall’altra di Portoferraio la costruzione di quella porzione della nuova Strada che rimane a ultimare nei rispettivi loro territori come pure che sia accollato l’annuo mantenimento della Strada medesima,convenendo con l’Accollatario della dilazione del pagamento del prezzo in quattro o cinque anni,conforme Ella accenna nella qui unita sua Rappresentanza dè 6 stante. L’I. e R.A.S. si degnata inoltre per altro di Beneficenza ordinare che dalla Cassa dell’Uffizio Principale dell’Isola d’ Elba venga somministrata la somma corrispondente alla metà della spesa,che resterà definitivamente fissata,tanto per l’Accollo dei suddetti Lavori,quanto per l’annuo mantenimento dell’indicata nuova Strada,purchè non si eccedino le somme enunciate nella citata di Lei rappresentanza.

VS Ill.ma pertanto si farà render conto del modo preciso con cui si procederà a detti Accolli per parte delle Comunità e del prezzo fissato con l’Accollatario e quindi verificato che tutto sia eseguito in regola e con le vedute di maggiore economia,approvati che Ella abbia gli Accolli,darà avviso a questa I.e R. Segreteria

 

La strada Longonese importante e fondamentale arteria di comunicazione tra le due piazzaforti di difesa dell’Elba,Longone e Portoferraio, fu portata a termine grazie alle “benigne sovrane disposizioni “ di Sua Altezza Imperiale e Reale in virtù delle quali metà della spesa occorrente fu a carico dell’Uffizio Principale delle Regie Rendite di Portoferraio che corrispose il denaro alle Magistrature comunitative di Portoferraio e Longone .

La spesa da sostenere è infatti a carico di queste due comunità in quanto la strada Longonese è strada di tipo comunitativo la cui amministrazione è di pertinenza esclusiva delle comunità che attraversa e non del regio governo.

L’intervento del Regio Governo rese possibile la costruzione della strada.

Quanto sopra si apprende dal documento del 26 agosto 1818 di cui ho già parlato,firmato da Frullani e Nomi. In questo documento si indicano al Cancelliere dell’Elba precise indicazioni da soddisfare prima di passare all’erogazione del denaro da parte dell’Uffizio Principale delle Regie Rendite quali la dilazione del pagamento all’accollatario dei lavori in quattro o cinque anni e il fatto che la somma di pagamento rimanga definitivamente fissata.

Pochi giorni dopo questo documento ,in un altro ,datato 4 settembre 1818,firmato ancora da Nomi,il Regio Governo da Firenze passa ad ordinare al Cancelliere dell’Elba l’erogazione del denaro per pagare la costruzione della strada Longonese ma con ulteriori precisazioni ed indicazioni riguardanti “l’annuo mantenimento”:

“Eccellenza

Fino dal dì 26 Agosto dello scorso mese S.A.I e R. si degnò ordinare che dalla Cassa dell’Uffizio Principale dell’isola d’Elba fosse supplito alla metà della Spesa occorrente non tanto per i Lavori che rimangono da eseguirsi nella nuova Strada di comunicazione tra Porto-Ferrajo e Lungone,quanto per l’annuo mantenimento della medesima. Le Comunità di detti Luoghi hanno formato l’accollo dei suddetti Lavori della manutenzione annuale come risulta dall’ingiunto Prospetto trasmesso al Provveditore dell’Uffizio dei Fossi di Pisa. In adempimento pertanto delle benigne sovrane disposizioni V.E. autorizzerà il Direttore di detto Uffizio Principale a corrispondere alla Comunità di Portoferraio l’annua somma di lire centocinquantacinque metà della spesa di mantenimento e Lire Millecinquecentoquindici metà parimente delle Spese di prima restaurazione e alla Comunità di Lungone Lire Cento nel primo titolo e Lire Duemilacinquecento per il secondo.

Le dette somme saranno pagate proporzionatamente nel tempo e nelle rate convenute con i Cottimanti dietro il Certificato delle RR Fabbriche che assicuri della retta esecuzione del Lavoro e dietro la richiesta dei rispettivi Gonfalonieri da farsi alla scadenza di ciascun pagamento.

Se mai altre le notizie riportate nell’ingiunto prospetto il nominato Direttore avesse bisogno di qualche schiarimento per regolare i pagamenti nella misura sempre delle metà della Spesa,potrà farsi rendere ostensibili le Scritte passate con i Cottimanti.

E col più distinto ossequio mi confermo

Di VS Ecc.ma

Dalla R. Segreteria di Firenze .Lì 4 settembre 1818.

G.B. Nomi “

 

Le magistrature comunitative di Portoferraio e Longone ottenuta l’erogazione dell’ingente somma di denaro da parte delle Regie Casse pari all’ammontare alla metà del totale,non operano secondo le norme e le leggi vigenti.

L’Imperiale e Regio Governo è determinato nel voler costruire la strada Longonese ma è molto attento e, vigilando, scopre che i Periti delle Strade,i quali sono dipendenti impiegati nelle magistrature comunitative, non osservano norme e regolamenti: in questo caso chiedono ai Cottimanti emolumenti a loro non spettanti.

E’ quanto si apprende dal documento che segue(una lettera scritta dall’Uffizio dei Fossi di Pisa al

Cancelliere Comunitativo dell’Elba):

“N.1078

Ecc.mo Signore

Dopochè con la Legge dè 16 settembre 1816 è stato assegnato ai Periti Comunitativi un appuntamento fisso,è chiaro che essi non hanno più diritto ad emolumento di sorta alcuna per cui come prescrive la Circolare di questo Uffizio l’Articolo 15 della Scritte di accollo di Strade Comunitative che poneva tali emolumenti a carico dei Cottimanti non deve ulteriormente avere luogo.Poichè pertanto anche il Perito di codesta Comunità gode un onorario fiso,la disposizione accennata è e deve essere loro applicabile in tutti i casi e nella scritta di Cottimo della Strada Longonese deve tal articolo essere cancellato. Tanto in replica alla pregiatissima sua degli 8 andanti e mi confermo con la solita stima.

Di VS Ecc.ma

Pisa. Dall’I. e R. Uffizio dei Fossi

Lì 14 settembre 1818

Dev.mo serv.re

Per il Provv. Assente in Servizio

A. Bernardi S. Provveditore”

(Corrispondenza con Uffizio Fossi di Pisa dal 1817 al 1818. C65.carta 419.ASCP)

Il richiamo al Cancelliere dell’Elba all’osservanza della legge e la vigilanza,sono tali tale che si arriva alla sospensione della stipulazione del contratto.

E’ quanto si apprende dal documento seguente(lettera scritta dall’Uffizio dei Fossi di Pisa al Cancelliere Comunitativo dell’Elba):

“N. 1248

Ecc.mo Signore

Respingo a VS Ecc.ma ma in duplice Originale i due Contratti d’Accollo per i previsti restauri e mantenimento della Strada Longonese in codesta Comunità muniti della mia approvazione rispetto all’altro tratto che dal Confine di Portoferraio conduce alla Comunità di Longone,se le è stato dall’Architetto delle RR Fabbriche avvertito esservi incorso qualche errore nella Perizia,ha fatto benissimo di sospendere la Stipulazione del Contratto e farà bene a farlo debitamente verificare e darmene esatto conto.

Né ad altro richiamandomi la pregiatissima sua dei 18 corrente mi confermo con la solita distinta stima

Di VS Ecc.ma

Pisa. Dall’I.e R. Uffizio dei FossiLì 21 ottobre 1818

D.mo serv.re

Antonio Rennari”

(Idem come sopra.C65.Carta 440.ASCP)

Qui termina il carteggio sui lavori pubblici per la costruzione dell’importante via di comunicazione detta strada Longonese.

Tutte le questioni,i problemi che nacquero furono risolti.

Oggi, la strada Longonese che percorriamo, è figlia dell’opera pubblica che il Granducato di Toscana portò a termine duecento anni orsono.

Marcello Camici

ASCP.Archivio storico comune Portoferraio

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custode boschi

GRANDUCATO DI TOSCANA ASBURGO LORENA (1737-1801/1814-1860)

CUSTODE DI BOSCHI ALL’ ELBA.

Nel Granducato di Toscana un impiego comunitativo (comunale) remunerato e che per certi aspetti anticipa il servizio del corpo forestale odierno è quello di Custode di Boschi.

All’Elba,all’inizio dell’ottocento,vi erano due boschi oggetto di custodia da parte dell’amministrazione statale: il bosco chiamato “Campo alla Valle” e quello chiamato della “Lecceta”.

Quanto accadde a Basilio Corsi, questo il nome del custode di tali boschi,è davvero singolare perché evidenzia come la sua funzione fosse quella non solo di conservare ma anche di sorvegliare i boschi “perché non sia commesso nei medesimi nessun taglio senza l’approvazione del Governo”. 

In pieno regno di Napoleone Bonaparte,nel giugno del 1814 ,il Corsi ottenne la nomina da parte

dell’Intendente Balbiani (più che una nomina si tratta di una conferma perché custode lo era sin sotto il dominio granducale prima dell’arrivo dei francesi)

“N° 2543 Portoferraio 17 giugno 1814

L’Intendente dell’isola d’Elba

Al Sig. Basilio Corsi

Ho l’onore di prevenirla che il Governo di Napoleone Bonaparte lo ha nominato Guardia dei boschi detti Campo alla Valle e della Lecceta col trattamento annuo di franchi trecentosessanta. Mi lusingo che ella corrisponderà alla fiducia del Governo per la conservazione di detti boschi e sorveglierà perché non sia commesso nei medesimi nessun taglio senza l’approvazione del Governo.

Ella si presenterà avanti il sig Giudice di Pace di Portoferraio per prestare nelle di lui mani il dovuto Giuramento prescritto dai Regolamenti dopo il quale entrerà nell’esercizio delle sue funzioni.

Ho il piacere di salutarla.

L’Intendente Balbiani”

(Affari generali del governo dell’isola d’Elba anno 1816. Filza n. 1.Carta 94.ASCP)

Dopo la caduta di Napoleone e la restaurazione granducale il Corsi chiede di essere confermato custode di boschi e supplica “la Clemenza e Bontà grande dell’ A.V.I. e R. a volersi degnare in vista del suo servizio fin qui prestato confermarlo nel detto Impiego di guardia dei Boschi”.

La supplica è indirizzata a Vostra Altezza Imperiale e Reale tramite il conte Agostino Fantoni, commissario straordinario per l’Elba e Piombino. Il Corsi nella supplica,per dimostrare di aver ben adempiuto alle funzioni assegnateli e cioè la conservazione dei boschi e sorveglianza ,allega lettere di persone che testimoniano che lui ha ben operato.

Il conte Fantoni,ricevuta la supplica scrive al Granduca (da questa lettera si vien ad apprendere che Corsi era custode dei boschi già prima dell’arrivo dei francesi all’Elba e,dunque,della nomina sopra ricordata avvenuta durante il governo di Napoleone Bonaparte).

Ecco quanto il Fantoni scrive al granduca:

“Altezza Imperiale e Reale

Basilio Corsi di Portoferraio implora dalla Clemenza di V.A.I. e R. la grazia di essere confermato nel Posto che occupa attualmente di Custode dei Boschi della Lecceta e del Campo alla Valle. Questo posto coperto per molti anni dal supplicante rimase soppresso dopo l’occupazione dell’isola fatta dai Francesi, ma gli fu restituito fino al dì 17 giugno 1814 con l’annuo assegnamento di franchi 360.Era ad esso affidata la conservazione dei Boschi predetti e doveva in vigilare perché non si eseguisse nei medesimi alcun taglio senza l’approvazione del Governo.

Egli ha sempre servito con zelo ed efficienza per quanto vengo informato è una onesta persona attaccata all’attual Governo e meritevole a mio avviso della Grazia che implora.

E profondamente inchinato al R. trono ho la Gloria di confermarmi

Di Vostra Altezza Imperiale e Reale

Piombino 30 dicembre 1815

Umilisssimo Ser.re e Dev.mo Agostino Fantoni”

L’Imperiale e regio Governo ricevuta la lettera del Commissario Straordinario con “Benigno Rescritto” del 28 gennaio 1816 accoglie la supplica e conferma Basilio Corsi nella funzione di Guardia dei Boschi.

Al Governatore militare e civile dell’Elba,conte Strasoldo, arriva il “Benigno Rescritto”.

Strasoldo, il 19 aprile 1816 scrive, al Direttore delle Regie Rendite in Portoferraio,Giuseppe Cantini, avvisandolo di tale “Benigno Rescritto”.

Cantini così risponde al governatore:

“Eccellenza 

Riscontrando la preg.ma dell’E.V.di questo giorno,ho l’onore di aver dato le necessarie disposizioni perché sia pagata a Basilio Corsi Custode dei Boschi della Lecceta e del Campo alla Valle,l’annua provvisione di franchi trecento sessanta in esecuzione del Benigno I.e R. Rescritto dè 28 Gennaio 1816.

Ed intanto ho l’onore di ripetermi colla più distinta e rispettosa stima.

Dell’Eccellenza Vostra

Portoferraio 19 aprile 1816

Dev.mo Col.mo Serv.re Giuseppe Cantini”

L’amministrazione granducale con questa vicenda dimostra di aver a cuore la salvaguardia dei boschi. Il carteggio evidenzia inoltre che tale l’attenzione verso l’ambiente è presente ed antecedente la venuta di Napoleone all’Elba.

Questa attenzione granducale verso l’ambiente è esplicitamente espressa anche dal commissario

straordinario Agostino Fantoni in una sua relazione su “Boschi e Foreste”, relazione dalla quale si capisce perché nasce l’attenzione granducale verso l’ambiente:

“…Boschi e Foreste

L’interesse di conservare i boschi appartenenti al Governo in un’isola che scarseggia di legname da costruzione e di legna da arde,hanno costretto il Governo a stabilire alcune Guardie dette Forestali…”

(Affari Generali Commissario Straordinario anno 1815-1816.Filza 3.Carta 379.ASCP)

La funzione affidata a Basilio Corsi nella sua qualità di impiegato comunitativo era quella della

conservazione dei boschi e di vigilare che il taglio non avvenisse senza l’approvazione del governo. Quanto si apprende dalla vicenda di Basilio Corsi,custode di boschi,anticipa l’istituzione delle “Regie patenti” con le quali nasce il corpo forestale dello stato di Carlo Felice di Savoia che nell’ottobre del 1822 costituì l’amministrazione forestale per la custodia e la tutela dei boschi.Il commissario straordinario Fantoni usa la dizione che è quella stessa oggi noi usiamo “Guardie dette Forestali”.

Questa attenzione verso il bosco da parte del Granducato di Toscana Asburgo-Lorena era legata al fatto che nell’isola scarseggia il legname.

Rappresenta un aspetto dell’attività amministrativa granducale non conosciuto che pone il Granducato Asburgo Lorena tra gli stati precursori in Europa nella salvaguardia ambientale.

Marcello Camici

ASCP.Archivio storico comune Portoferraio

CIRCOLO CULTURALE SANDRO PERTINI dell’isola d’Elba Presidente onoraria Diomira Pertini

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