GRANDUCATO DI TOSCANA ASBURGO –LORENA (1737-1801/1814-1860).
LAVORI PUBBLICI COMUNITATIVI ALL’ELBA
Ferdinando III d'Asburgo-Lorena, Granduca di Toscana. Incisione di Raffaello Morghen, 1821 (Londra, British Museum)
Il 10 gennaio 1817, essendo “una critica annata” dovuta agli “effetti della scarsità delle raccolte”, il
Provveditore Soprassindaco di Pisa con circolare n. 45 scrive al Cancelliere di tutte le Comunità elbane, residente in Portoferraio.La circolare notifica il “prospetto dei Lavori che la Sovrana Munificenza ha determinato doversi aprire per dar mezzo di sussistenza ai poveri braccianti in questa critica annata”, lavori a carico del “Regio Erario”. “Accompagno a VS Eccellentissima diversi esemplari in stampa della Notificazione del Sig. Senatore Soprassindaco de 2 corrente unitamente al prospetto dei Lavori che la Sovrana Munificenza ha determinato doversi aprire per dar mezzo di sussistenza ai poveri braccianti in questa critica annata,perché Ella si compiaccia di farla pubblicare nelle diverse Comunità dipendenti da codesta Sua Cancelleria.Ella si compiacerà inoltre passarne un esemplare ai Sig. Gonfalonieri delle Comunità rispettive,facendo loro sentire che S.A.I. e R. volendoli impegnati con la loro vigilanza nell’importante e caritatevole oggetto di soccorrere utilmente la Classe Indigente,ben giustamente esige che con ogni premura procurino l’esecuzione non interrotta,o l’incominciamento dei lavori già approvati, e l’apertura ancora di nuovi in quei luoghi che ne sono suscettibili , e che quanto lo zelo che essi dimostreranno in quest’occasione li renderà di nuove riprove della Sovrana confidenza ,altrettanto essi sarebbero responsabili al Sovrano medesimo e alla Società medesima della meno che indefessa premura con cui disimpegnassero una tal commissione. Ella poi ancora procurerà di secondare con ogni mezzo le premure dei Sig. Gonfalonieri per l’adempimento delle sud divisate Paterne vedute ,e mi renderà conto periodicamente del resultato che le medesime avranno potuto ottenere “ (Circolari e ordini dal Soprassindaco Provveditore dal 1815 al 1818 C64.Carta 54.ASCP ) Le “suddivisate Paterne vedute” sono contenute nella “Notificazione” del 2 gennaio 1817 allegata alla circolare di cui sopra che è del 10 gennaio , unitamente al “Prospetto dei Lavori che la Sovrana Munificenza ha determinato doversi aprire per dar mezzo di sussistenza ai poveri braccianti in questa critica annata”.
Si tratta di lavori pubblici da aprire nel “Compartimento di Pisa.Lavori a carico del Regio Erario”.
Nel “Prospetto dei Lavori” allegato alla circolare sono indicati con precisione quelli da doversi aprire all’Elba e cioè A) “Costruzione di un nuovo Campo Santo in Lungone e strada da Porto Ferrajo a Lungone medesimo” ,B)” Lavori al Bagno dei Forzati in Porto Ferrajo”.
La cifra di spesa che grava sul Regio Erario è notevole.
E’ riferita a tutti i cantieri di lavoro che sono da aprirsi sul territorio granducale che fa riferimento a Pisa e vien così sintetizzata “L’importare dei suddetti Lavori Comunitativi del Compartimento Pisano ammonta a Lire 1.375.761” (Idem come sopra). Per avere una idea della cifra messa a disposizione equivalente in lire italiane basta moltiplicare per 0.8406 le lire toscane: si riesce così a meglio comprendere come per l’epoca la cifra era enorme. La “Notificazione” emanata dall’”Ill.mo e Clarissimo Sig. Senatore Soprassindaco “in esecuzione degli ordini di S.A.I. e R., chiarisce i motivi per cui debbono aprirsi i lavori pubblici.
“ NOTIFICAZIONE
L’Illustrissimo e Clarissimo Signor Senatore Soprassindaco e Soprintendente Generale della Comunità del Gran Ducato in esecuzione degli ordini di S.A.I. e R. partecipatagli con Biglietto dell ‘I. e R. Segreteria di Finanze del 1 Gennaio corrente fa pubblicamente notificare quanto appresso;
SUA ALTEZZA IMPERIALE E REALE avendo con paterna sollecitudine rivolta la sua Sovrana attenzione alle pubbliche circostanze dei suoi Stati,nella benefica determinazione d’adottare tutte quelle salutari misure,che senza offendere il libero esercizio della proprietà,che è la base della Prosperità Nazionale come lo dimostra il raziocinio,e come lo ha confermato la felice esperienza di molti anni in Toscana,possono contribuire a rendere meno sensibili nella corrente Annata gli effetti della scarsità delle raccolte disgraziatamente verificata in quasi tutta l’Europa,ha di già ordinato che si aprano più e diversi Lavori sparsi in molti punti della superfice del Gran-Ducato, i quali potranno somministrare soccorso a quei Braccianti che cercano con la loro industria,e con la loro opera di guadagnarsi il pane e lasceranno alla Pietà dei Privati la dolce soddisfazione di sollevare i veri Poveri impotenti.
L’IMPERIALE e REALE ALTEZZA SUA ,senza curare i maggiori sacrifici del suo Regio Erario ,vuole,che siano immediatamente posti in attività i grandiosi Lavori già approvati ,da eseguirsi a carico della Regia Cassa,ugualmente che è sua intenzione, che le Comunità le quali sono state richiamate e si sono prestate a concorrere con ogni sforzo all’oggetto istesso ,siano sollecite di dar mano a quei Lavori che da ciascheduna nel proprio Territorio sono stati deliberati.
Non sarà trascurato,mediante la distribuzione di materie gregge nei Luoghi più alpestri e remoti,di
contribuire al possibile a rendere operose anche le Braccia di quegli Individui atti soltanto a dei Lavori domestici ,ed in tal modo la massa riunita di Lavori pubblici e di quelli dei Privati,presenterà come occuparsi utilmente a tutti coloro cui mancassero per le circostanze mezzi di sussistenza.
I Giusdicenti sono incaricati di assicurarsi che gl’Indicati Lavori vengano sollecitamente incominciati o proseguiti,e avranno cura di darne conto nei loro rapporti settimanali,secondo le istruzioni,che saranno loro comunicate per il Canale Competente. La vigilanza dei Giusdicenti sarà secondata dai Gonfalonieri,i quali si occuperanno principalmente di Lavori Comunitativi ed si daranno pensiero di sollecitare tutte quelle disposizioni che sono necessarie all’effetto che nel corso del corrente Inverno restino detti Lavori aperti ed eseguiti.
Saranno spediti dei Commissari Regi coll’incarico di riscontrare e verificare se effettivamente i Lavori si eseguiscano se sono secondate in questa parte le vedute benefiche dell’I.e R.A.S. Posti così in attività tutti i Lavori ,di cui qui sotto sarà stampato il Prospetto,ai quali ne potranno essere aggiunti altri,secondo le occorrenze, da approvarsi in appresso,avranno avvertenza i Giusdicenti nel caso che si presenti qualche oggetto vagante ,capace di lavorare,d’intimargli di trasferirsi o al Luogo del suo Domicilio o in alcuno delle Comunità al medesimo più prossime ,ove si trovi qualche Lavoro aperto, facendogli precetto di restare a quel Lavoro e dandone avviso al Giusdicente locale onde la polizia possa invigilare sopra tali soggetti nel modo che verrà prescritto con le particolari soprindicate istruzioni
Firenze,dall’Uffizio Generale delle Comunità del Gran-Ducato
Lì 2 gennaio 1817
Marsini Segretario”
(Circolari ed ordini dal Soprassindaco Provveditore dal 1815 al 1818.C64.Carta 54.ASCP)
La “paterna sollecitudine” di Sua Altezza Imperiale e Reale è dunque rivolta ad attivare lavori pubblici nel Granducato “i quali potranno somministrare soccorso a quei Braccianti che cercano con la loro industria e con la loro opera di guadagnarsi il pane” lasciando alla pietà dei privati “la dolce soddisfazione di sollevare i veri Poveri” i quali sono “impotenti “ a lavorare.
Affinchè ciò avvenga l ‘Imperiale e Reale Altezza Sua ordina che i lavori vengano eseguiti immediatamente. I Giusdicenti (giudici) sono investiti non solo del controllo della esecuzione di tali lavori ma anche di reclutare lavoratori “capaci di lavorare”intimando loro di trasferirsi nel luogo “ove si trovi qualche lavoro aperto”.
LAVORI PUBBLICI ALL’ELBA . RITARDI NELLA ESECUZIONE
Nel gennaio del 1817 Sua Altezza Imperiale e Reale Ferdinando III Asburgo Lorena ,“volendo dar mezzo di sussistenza ai poveri Braccianti per la critica annata”, predispone tutta una serie di ordini per aprire lavori pubblici in tutto il territorio granducale a carico del Regio Erario e “senza curare i maggiori sacrifici del suo Regio Erario,vuole che siano immediatamente posti in attività i grandiosi Lavori” quale “mezzo di soccorso alla pubblica miseria”.
Dopo un mese queste “Sovrane Paterne” vedute sono disattese all’isola d’Elba .
E’ quanto si apprende da una circolare del febbraio 1817 inviata dall’Imperiale e Regio Uffizio dei Fossi di Pisa al Cancelliere Comunitativo dell’Elba:
“Circolare n. 819
L’I. e R. Governo ha eccitato per mezzo di Lettera del Clarissimo Sig. Senatore Soprassindaco dè 7 Febbrajo andante tutta la mia più indefessa attenzione sullo stato di quei lavori Comunitativi,che in ordine alle paterne vedute di S.A.I. e R. sono stati approvati onde procacciare ai poveri Braccianti con il mezzo d’occuparsi di guadagnarsi la sussistenza.
Nel tempo che i lavori da eseguirsi a carico del R. Erario si pongano in attività,vi è gran motivo di dubitare che quelli da farsi a spese delle Comunità siano molti di essi ritardati col doppio inconveniente di far mancare ai rispettivi abitanti questa risorsa, e di cagionare una concorrenza eccessiva d’Operanti nei Lavori aperti per conto della Cassa Regia anche superiore a quello che il lavoro medesimo può comportare.
Allorchè S.A.I e R. ha voluto essere informata della qualità e quantità dei Lavori che in ciascuna Comunità erano stati aperti o si aveva in veduta d’ aprire nei primi sei mesi della corrente annata,non ha già avuto in mira di farsi presentare dei prospetti numerici,che offrissero dei soddisfacenti risultati,ma di calcolare il soccorso che per questo lato poteva apportarsi alla classe indigente in un’annata così calamitosa.
Le Sovrane Paterne vedute sarebbero quindi tradite se tutti quei lavori,nei quali si è alle medesime presentato un mezzo di soccorso alla pubblica miseria ,non fossero effettivamente eseguiti o resi inutili ed inefficaci con soverchio ritardo.
Devo pertanto,d’ordine Superiore a VS Illustrissima dirigermi per ciò che riguarda la di Lei Comunità e risvegliare tutta la sua attenzione su d’un articolo,che per se stesso interessantissimo,perché direttamente concernente il sollievo del’Umanità,lo diviene,anche di più formando giustamente l’oggetto della Sovrana sollecitudine.
Ella è pertanto incaricata di procurare che venga subito posto mano o sempre più attivata l’esecuzione dei Lavori già accollati alla sua Comunità,non meno di quelli,l’importare dei quali è stato portato al bilancio di previsione,senza però che sieno dati ancora in accollo.
Vi sono Accollatarj,che non hanno per fatto di Scritta l’obbligo di ultimare il lavoro che dentro un certo lasso di tempo.Ciò non ostante Ella avrà cura di dirigersi individualmente a ciascuno di loro e d’invitarli anche a nome del R. Governo a prestarsi alla più sollecita apertura dei medesimi ed a ciò lo zelo e la sollecitudine eglino si presteranno alle di lei più calde premure,non restino ignote al R.Governo medesimo, ella si compiacerà rimettermi una nota individuale di quelli che avranno alle medesime aderito,e di quelli che per qualunque motivo vi si fossero ricusati. Potendo poi essere utilissimo portare una special vigilanza su i principali lavori di codesta Comunità,ella ne troverà a tergo della presente una nota distinta, e favorirà farmi conoscere per ciascun lavoro se ci sia stato posto mano e quante persone impieghi generalmente; non tralasciando di indicarmi quelli fra i lavori medesimi che non sono stati ancora incominciati,non meno i motivi che hanno occasionato un ritardo che abbisogna di gravi ragioni per essere giustificato agli occhi del
R. Governo e che deve assolutamente sparire;mi renderà conto ogni quindici giorni dell’avanzamento dei lavori medesimi onde si possa istruire il Sig. Senatore Soprassindaco a forma degli ordini avuti.
Raccomando nuovamente con il maggior impegno a VS Illustrissima di darsi ogni premura anche secondare in questa parte le savissime vedute dell’I. e R. Governo e non dubito punto che il di lei zelo ed attività sapranno come necessariamente conviene superare tutti quegli ostacoli che si opponessero agli adempimenti delle medesime. E’ in questa piacente lusinga che pregandola di favorirmi d’una pronta e dettagliata replica alla presente passo con distint’ossequio
Di VS Illustrissima
Pisa dall’I. e R. Uffizio dei Fossi
Lì 22 Febbraio 1817
Devotissimo Servitore Cav. Flaminio dal Borgo, Provveditore “
(Circolari e ordini dal Soprassindaco Provveditore dal 1815 al 1818.C64.Carta 64.ASCP)
Sua Altezza Imperiale e Reale voleva che con sollecitudine i “ grandiosi Lavori “ fossero eseguiti per dar sollievo ai “poveri Braccianti per la critica annata” ma in realtà di lavori pubblici all’Elba c’era estrema necessità di eseguirne soprattutto a carico delle strade che erano talmente ridotte male da essere impraticabili.
E’ quanto si apprende da una lettera “riservatissima ” che il conte Strasoldo,governatore militare e civile dell’Elba ,invia al Cancelliere Comunitativo dell’isola. Allegata a questa lettera “riservatissima ” c’è una “Memoria pel Cancelliere Comunitativo dell’isola d’Elba” ,che porta la data del 15 settembre 1818,relativa allo stato delle strade comunitative della Comunità di Marciana.
E’ una memoria importante perché evidenzia lo stato di abbandono di queste strade e indica anche rimedi per superare la situazione. Riguarda in particolare la strade situate nella parte occidentale dell’isola ma niente osta a credere o supporre che quelle del resto dell’Elba fossero in migliore condizione. Vengono chiamate “Stradelle” cioè “strade comunitative interne”ma ,come avrò modo in seguito di parlare, anche quelle di maggiore importanza dette “strade maestre” non erano in buono stato.
Ecco quanto il governatore Strasoldo scrive al Cancelliere Comunitativo dell’Elba:
“Le Strade comunitative interne da rendersi praticabili sono
Da S.Piero a Marciana
Da S. Piero a S. Ilario
Da S. Piero alla Marina di Campo
Da S.Piero alla Pila
Dalla Pila al piano di Procchio
Dalla Pila alla Marina di Campo
Da Marciana Alta alla Marina di Marciana
Da Marciana a Poggio
Dalla Marina di Marciana a S. Ilario
Da Poggio alla Marina di Marciana
Queste dieci strade per meglio dire Stradelle di comunicazione da un paese all’altro praticabili soltanto a cavallo ed a piedi sono rese nella maggior parte impraticabili.
Le popolazioni sono dolenti attesa l’impossibilità nelle quali ritrovansi per il trasporto dei loro vini e grascie.
I popoli tutti dei paesi suddetti concorrerebbero ben volentieri a dare una mano per il riattamento delle strade suddette.
Si potrebbe ottenere l’intento a provvedere a questo bisogno con poca spesa; mettendo a profitto la buona volontà dei possessori,la maggioranza contadini,sempre che il Governo permettese d’impiegare l’opera loro che volontariamente senza coartazione volessero prestarsi a lavorare corrispondendo loro una piccola retribuzione conforme già si praticava in addietro in questo Paese.
Si divideranno i Lavoranti in Brigate sotto la direzione di uno di loro che presceglieranno per Caporale.
Questo sistema produce un ottimo effetto e piccolissima spesa perché tutti avranno interesse a mantenere la comunicazione dei Paesi accennati. Si potrebbe forse anche divenire alla perizia della Spesa occorrente al riattamento di dette Stradelle e darle in accollo ai concorrenti confinanti coll’incarico al Gonfaloniere ed Aiuto del Cancelliere Comunitativo residente in Marciana per conoscere il resultato del Lavoro prima d’affrontare il pagamento” (Lettere dei Signori Commissari Straordinario e Governatore dell’isola d’Elba dal 1815 al 1818.C63.ASCP)
Marcello Camici
ASCP.Archivio storico comune Portoferraio